Adolescenza: quando la scuola mette ansia

Quella dell’ansia da prestazione scolastica è una difficoltà che si trovano a vivere tanti studenti pre-adolescenti ed adolescenti nella loro quotidianità, anche ai tempi del COVID-19. L’ansia da prestazione scolastica, che in interessa sempre più anche i bambini più piccoli (seppur con manifestazioni diffrenti), è caratterizzata fondamentalmente da:

  • la paura dell’insuccesso;
  • la paura del giudizio negativo degli altri;
  • la paura dell’eventualità di non essere capaci di superare la prova che si deve affrontare.

Nasce, quindi, dal normale desiderio di essere amati e ammirati e dalla paura di essere rifiutati o ridicolizzati: la paura di una prestazione imperfetta non solo sembra allontanare l’obiettivo che si voleva raggiungere ma potrebbe esporre alla critica e alla svalutazione.

Tuttavia è anche vero che i ragazzi, travolti dall’ansia scolastica, tendono spesso a compiere errori di valutazione su di sè, sui coetanei e sugli insegnanti. Vediamo alcuni degli errori più comuni che, se non individuati, non fanno altro che alimentare il circolo vizioso dell’ ansia da prestazione.

Non creiamoci profezie che si auto-avverano. Se ci danno delle etichette o, peggio, se siamo noi stessi a darcele, è molto probabile che alla lunga ci identificheremo con quella etichetta, finendo con essere quello che pensiamo di essere. Focalizziamo la nostra attenzione e valutiamo, invece, il nostro comportamento, non le nostre “qualità”. Il comportamento infatti può essere sempre modificato, a differenza di presunte qualità negative che, spesso erroneamente, ci attribuiamo. Aumenteremo così il senso di controllo sulla nostra vita, proveremo emozioni meno spiacevoli e individueremo, con maggior facilità, i passi necessari da effettuare per cambiare e, quindi, per migliorarci .

Questo modo di affrontare una prova andata male è molto più funzionale perchè ci consente di tenere al riparo, dai colpi bassi della vita, la nostra autostima. In questo caso, infatti, il ragazzo dimostra di avere ben chiara la differenza tra il proprio valore come persona e il proprio comportamento circostanziato (questa volta è andata così, la prossima andrà meglio) come studente. Altre volte, a tutti noi capita di andare in crisi a causa delle nostre teorie attribuzionali.

Anche in questo caso pensiamo che i fallimenti siano causati da mancanza di doti personali, cioè dimostriamo di possedere una teoria attribuzionale dell’insuccesso interna e stabile. Così facendo, facciamo dipendere l’insuccesso da “cose che abbiamo dentro di noi” (attribuzione interna) che non possiamo cambiare essendo nati così (attribuzione stabile). Ciò determina a cascata, poichè secondo questa teoria tutto è già deciso, una diminuzione della motivazione ad impegnarsi nello studio di quella data disciplina, perché tanto non servirà a niente… Fortunatamente, tuttavia, non esiste alcun gene della matematica, quindi tutti, applicandosi e impegnandosi, possono raggiungere brillanti risultati.

Esatto!

ATTENZIONE GENITORI!!! Anche i genitori devono fare la loro parte: è importante accompagnare con una motivazione positiva l’impegno che viene richiesto a scuola: è necessario studiare, imparare, impegnarsi in ogni attività che si compie, ma non per diventare i primi, bensì per apprendere cose che non si conoscono o non si sanno fare, divenire più competenti, effettuare un bel percorso di crescita personale. Anche per i ragazzi è utile l’uso dell’ apprezzamento degli adulti rivolto alle loro fatiche quotidiane.

Se la paura che paralizza è quella del giudizio degli altri, il nostro dialogo interno potrebbe essere questo:

Ci capita di pensare a ciò che di brutto potrebbe accadere, per essere preparati ad affrontarlo. La strategia di preoccuparsi per qualcosa che non si sa se accadrà è, però, sostenuta da una scorretta valutazione della probabilità che quell’evento accada realmente. Si confonde cioè la possibilità che ciò possa accadere con l’alta probabilità che accada realmente. E’ probabile che qualcuno possa considerare irrilevante la nostra domanda, ma per altri potrebbe essere utile. Alleniamoci a sopportare il fatto di non poter evitare che gli altri pensino quello che vogliono. Il problema di essere criticati è un “non problema” in quanto non ha soluzione! Se ci pensiamo bene, inoltre, il fallimento come tale non esiste: il vero insuccesso è l’ aver perso l’occasione di rischiare; qualunque sia il risultato ottenuto, meglio aver giocato e aver perso la partita, che non aver giocato affatto.

Può davvero essere difficile affrontare le situazioni che ci mettono ansia, anziché evitarle come abbiamo imparato a fare! Tuttavia fronteggiarle è l’unico modo per superarle. Evitare la situazione ansiogena placa sicuramente l’ansia, lì per lì, ma non farà altro che rendere più stabile il comportamento dell’evitamento, accrescerà la nostra insicurezza, non ci farà evolvere come persone, non ci permetterà di capire quante e quali risorse abbiamo dentro di noi. Affrontando le situazioni ansiogene alleneremo la nostra attenzione a focalizzarsi sugli aspetti positivi delle situazioni e non su quelli negativi (ad esempio: facendo la domanda abbiamo ottenuto dall’ insegnante la risposta che ha chiarito i nostri dubbi).

Come parliamo a noi stessi? Il dialogo che abbiamo con noi fa sempre la differenza, anche in questi casi:

Anche questa affermazione contiene alcune trappole boomerang, ovvero trappole del giudizio che tornando indietro ci danneggiano! In particolare, utilizzare il verbo “dovere” significa mettere in atto una pretesa nei confronti di noi stessi. Questa pretesa, inutile dirlo, ci farà stare in ansia, in quanto porta con sè un giudizio estremamente negativo su di noi qualora andasse male la prova di storia. Inoltre l’avverbio “assolutamente” non ci permette di considerare altre possibilità, se non quelle più catastrofiche.

Ecco un ottimo esempio di problem solving!

Ovviamente esistono tanti altri accorgimenti e tante tecniche per tenere a bada l’ansia da prestazione scolastica e, più in generale, per acquisire una maggior sicurezza in noi stessi come studenti e come persone, bisogna solo scegliere quelli che più fanno al caso nostro… Ricordiamoci infatti che: un ragazzo sereno è un alunno migliore!

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Pensi di soffrire di ansia da prestazione scolastica? Andare a scuola è una tortura? Tua/o figlia/o non vive bene l’esperienza della scuola? Sei preoccupata/o per questo e vorresti fare qualcosa per aiutarla/o?

Come psicologa, oltre al servizio di CONSULENZA ON-LINE e VIDEO-CONSULENZA ON-LINE ricevo in studio a San Polo di Torrile (Parma) per COLLOQUI IN PRESENZA. Da oltre 10 anni ascolto ed aiuto le persone, concretamente, ad uscire dalle situazioni difficili, a fronteggiare le sfide esistenziali e a riprogettare il futuro.


Dott.ssa Silvia Darecchio – contatti