SI, NO, FORSE… DIPENDE???
1. Parlare di quello si prova: SI! Fa bene!
Condividere i propri sentimenti e le proprie emozioni con gli altri, positivi o negativi che siano, fa sempre bene.
Se i sentimenti o le emozioni sono positivi fa bene, perché il raccontare l’emozione produce un effetto “volumizzante” , facendoci sentire ancora più felici e gioiosi; se i sentimenti sono negativi, invece, accade che esponendo le nostre paure, le arrabbiature, le tristezze, le angosce, ecc…. evitiamo di sfuggirle, aumentiamo la possibilità di osservarle con maggiore distacco riuscendo a di vederle per quello che sono e aumentiamo le probabilità di assumercene pienamente la responsabilità. Quando parliamo dei nostri sentimenti e delle nostre emozioni negative permettiamo loro di diminuire, se invece le giudichiamo come inopportune, ce ne vergogniamo e tentiamo di eliminarle, come fossero macchie indesiderate, non facciamo altro che farle aumentare. Perciò tutte le volte in cui diciamo a noi stessi che non dovremmo sentirci in un dato modo, aumentiamo la nostra pressione interna, il nostro stato di ansia e di malessere e quindi l’emozione negativa. All’opposto condividere il nostro stato emotivo, accettarlo per quello che è, lasciare che abiti il nostro corpo, fanno si che ne diminuisca l’intensità.
Condividere con qualcuno il nostro sentimento negativo ci permette di vedere la nostra situazione da altri punti di vista, spesso meno catastrofistici del nostro. Ogni volta che sentiamo dentro un “groppo”, un fardello, un blocco che non ci permettono di pensare con chiarezza e ancor meno di agire in modo efficace, è conveniente condividerli. Potremo farlo con il nostro migliore amico, un genitore oppure uno psicologo*. Chiunque sia la persona, il suggerimento è di non tenersi dentro il sentimento o l’emozione negativi.
2. Parlare dei problemi è ok!
Parlare dei propri problemi aiuta ed è un modo efficace di riprendersi dalle difficoltà. Tuttavia, quando siamo alle prese con un problema, a causa di pregiudizi e di paure potremmo essere portati a non parlarne con nessuno. Questo può accadere perchè, mostrando quelle che riteniamo essere delle vere e proprie debolezze, proviamo pudore, oppure perchè quando siamo in difficoltà, pensiamo che sia giusto “essere forti” e mostrare agli altri il nostro lato “più maturo”. Invece esistono validissimi motivi per superare il timore di mostrarci fragili e parlare dei nostri problemi con qualcuno di fidato, vediamoli:
- parlarne è un modo per “nutrire” le relazioni: la persona che riceverà le nostre confidenze si sentirà importante, in una posizione complementare e di grande responsabilità rispetto alla nostra vita. Attraverso la nostra scelta le dimostriamo stima e fiducia e questo non farà altro che fortificare la relazione. Quando parliamo del nostro problema, fondamentalmente mettiamo a confronto e usiamo due modi di ragionare, per trovare insieme una soluzione che possa portare sollievo o metta fine alle nostre difficoltà;
- parlarne rappresenta una preziosa occasione per migliorare il rapporto che abbiamo con noi stesi. Riusciamo infatti a mettere a nudo il nostro modo di essere, quando ragionando in modo autentico con una persona fidata. Non dobbiamo sforzarci di apparire forti dato che, la maggior parte delle volte, abbiamo solo bisogno di rivelarci per quello che siamo veramente, senza finzioni, senza maschere, senza sovrastrutture, senza difese. È solo attraverso il confronto autentico con un altro fidato, che possiamo accettarci completamente per quelli che siamo, che riusciamo a fare spazio anche a quei “difetti inaccettabili e inesprimibili” che di solito ci fanno “tenere tutto dentro”. Il nostro cervello ha bisogno di situazioni concrete, ha bisogno di “srotolarsi”, di misurarsi con sè stesso e con altri cervelli, per capire profondamente fino a che punto può spingersi coi pensieri, i ragionamenti, le ipotesi e le elucubrazioni. Trovare una persona fidata, che sia in grado di capirci, è molto importante, perchè la mente dell’altro funziona come un potente argine: qualunque cosa si dirà, il fatto che l’altro la conterrà, ci farà sentire al sicuro. Se riusciremo ad essere autentici nel confronto con una persona fidata, potremo ritrovare un senso di linearità in noi e potremo riscoprire il valore del nostro vero Io.
“Il sempre sospirar nulla rileva.“
Francesco Petrarca
* È opportuno andare dallo psicologo quando:
- i problemi non si sono risolti, nonostante l’aiuto degli amici, dei famigliari e delle persone vicine;
- il malessere boicotta la vostra efficienza, soprattutto lavorativa;
- vi rendete conto che state evitando certe situazioni che prima non vi creavano alcuna difficoltà;
- il vostro malessere compromette le relazioni importanti, causandovi ulteriore dolore;
- in presenza di sintomi fisici, il medico e lo specialista non hanno saputo cambiare la situazione;
- avete continui vissuti di tristezza, angoscia e preoccupazione;
- avete pensieri indesiderati che sentite che non vi appartengono e comportamenti che non riuscite a controllare;
- vi sentite tesi, stressati, avete difficoltà a dormire e a rilassarvi, avete spesso tachicardia, vertigini e fiato corto;
- per gestire i momenti critici, ricorrete all’alcool, a droghe o a farmaci che alterano le vostre percezioni;
- il dolore che provate è così intenso da farvi pensare al suicidio.
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Come psicologa, oltre al servizio di consulenza online per chi non vive in Emilia, ricevo in studio a San Polo di Torrile (Parma). Da oltre 10 anni ascolto ed aiuto le persone, concretamente, ad uscire dalle situazioni difficili, a fronteggiare le sfide esistenziali e a riprogettare il futuro.
In condizioni di sofferenza psicologica posso aiutarti a superare le tue difficoltà, accompagnandoti verso una consapevolezza rinnovata di te, dei tuoi bisogni, delle tue priorità e del tuo modo di “funzionare”. Posso aiutarti a ritrovare la serenità e il benessere, anche grazie alla proposta di tecniche di gestione dei pensieri intrusivi e disfunzionali e di gestione dello stress.